In questi giorni, in molti stanno suonando la marcia funebre per Facebook. Il nuovo algoritmo ha gettato gli addetti ai lavori talmente nel panico da perdere spesso il contatto con la realtà: i numeri. Le metriche principali su cui vengono valutate le performance delle proprie strategie sono crollate sottile scarpe e in molti hanno annunciato la ritirata, nel timore di chissà quale ripercussione.
Io non condivido questo allarmismo diffuso e questa tendenza a gettare fumo negli occhi.
Facebook si sta sgonfiando, come profetizza Rudy Bandiera sul suo blog?
Oppure siamo di fronte a qualcosa di diverso?
Io credo che nessuno abbia la bacchetta magica. Tuttavia, è possibile cercare di tirare le fila del discorso basandosi su dati reali e non su presunti.
Cosa dicono le statistiche
Stando ai numeri, Facebook non sembra per nulla un’azienda in crisi.
Il grafico sopra mostra il numero di utenti attivi giornalmente su Facebook a livello globale dal 2011 al 2017.
La tendenza è palesemente verso la crescita e non sembra che ci siano segni di debolezza. Anzi!
Nell’ultimo quadrimestre del 2017, l’azienda di Mark Zuckerberg ha registrato più di 1,4 miliardi di utenti attivi al giorno.
Se si va a guardare, invece, il numero assoluto di utenti di Facebook, negli ultimi tre anni, il social network blu ha avuto una crescita notevole e costante, passando da 1,22 miliardi di utenti nel 2015 a 1,44 miliardi a fine 2017.
E le previsioni non sono certo negative.
Infatti, Statista (non certo gli ultimi arrivati in ambito di elaborazione dati) prevede che da qui al 2020 assisteremo a una ulteriore crescita degli utenti, fino a raggiungere 1,69 miliardi.
Perché tutti questi timori?
Ti starai certamente chiedendo perché, allora, ci sono tutti questi timori riguardo alle sorti di Facebook.
La risposta non è semplice.
Quello che sembra chiaro è che l’ultmo aggiornamento dell’algoritmo di Facebook ha portato a un drastico cambiamento di rotta di questo social network. La nuova direzione intrapresa è quella di un maggiore spazio ai legami di amicizia o parentela, piuttosto che al rapporto tra i brand e i loro clienti.
Perché?
Per almeno due ordini di fattori.
Il primo riguarda le richieste esplicite degli utenti della piattaforma, che hanno più volte manifestato la loro volontà di non perdersi i contenuti pubblicati da amici e parenti, dispersi spesso nella enorme mole di post di Pagine e Gruppi.
Il secondo fattore, invece, è relativo alle esigenze di monetizzazione sempre più pressanti da parte degli investitori.
Ricordiamoci che Facebook è una società quotata in borsa e ha dei doveri nei confronti di chi detiene le sue quote societarie. Questo significa che non può permettersi di soccombere davanti alla concorrenza né di trovarsi in perdita.
Una crescita degli investimenti pubblicitari
Questa mossa determinerà una sostanziale crescita degli investimenti pubblicitari.
Perché?
Semplicemente perché con questi numeri Facebook resta uno dei canali più appetibili attraverso cui le aziende possono veicolare i propri messaggi commerciali.
Grazie a Facebook Ads, infatti, è possibile raggiungere centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo, targettizzati per genere, età, titolo di studio, area geografica e, soprattutto, interessi e comportamenti.
La potenza di Facebook come piattaforma pubblicitaria per le aziende risiede proprio in questo: negli interessi che gli stessi utenti manifestano e nei loro comportamenti manifesti.
Nessuno, neppure Google AdWords, è in grado di fornire tutte le informazioni sul proprio target che possono essere raccolte grazie a Facebook.
In questo Facebook Ads è imbattibile.
Esso rappresenta il migliore alleato per chi vuole fare Digital Marketing ad altissimi livelli e portare risultati reali alle aziende, sia che si tratti di multinazionali, sia che si tratti di piccole realtà locali.
Addio copertura organica.
Gli editori, i blogger e tutti coloro che si occupano di creazione di contenuti dovranno mettersi l’anima in pace: la copertura organica continuerà a scendere.
Questo significa che, senza investimenti in inserzioni, sarà molto difficile raggiungere un pubblico vasto. Naturalmente, questo non significa dovere abbandonare Facebook, come suggerisce qualcuno. Significa, piuttosto, iniziare a rendersi conto che Facebook non è l’unica piattaforma digitale esistente e che è necessario armo issare i propri sforzi su tutti i fronti, a cominciare dalla SEO.
- Se vuoi scoprire le strategie migliori per contrastare il nuovo algoritmo di Facebook, clicca qui e leggi questo mio articolo;
- Se vuoi 6 consigli efficaci per aumentare l’engagement organico, clicca qui e leggi questo mio articolo.
Conclusione: Facebook vuole sopravvivere
Quello che Facebook sta facendo è cercare di sopravvivere.
Imparando dagli errori dei suoi concorrenti e consapevole della fatica che sta facendo Twitter per risalire la china – che ha perseguito per anni un modello di business non sostenibile ed essersi abbarbicato dietro strategie deleterie – Zuckerberg sta cercando di anticipare il mercato.
Attraverso una ascolto attento delle richieste di tutte le parti in causa (investitori da un lato e utenti dall’altro), Facebook sta cercando di mantenersi in vita e di continuare a crescere e prosperare.