Molto spesso questi due termini vengono utilizzati come sinonimi, ma qual è la differenza tra Digital Marketing e Web Marketing? Te lo spiego in questo articolo che svelerà il mistero e ti aiuterà a comprendere meglio il panorama in cui si muovono i professionisti del Marketing.
Digital Marketing vs Web Marketing
Iniziamo subito tuffandoci a pesce nel cuore della questione: esiste una differenza tra digital marketing e web marketing o si tratta di due modi diversi di intendere la stessa cosa?
In realtà non c’è una risposta semplice, anche se concettualmente la questione è fin troppo semplice.
In un precedente articolo ho parlato abbastanza diffusamente di Digital Marketing e ho dato una definizione ampia di che cosa sia e di quale può essere il suo valore per una azienda.
Il Digital Marketing è il marketing d’impresa che utilizza prevalentemente canali digitali (quindi anche il web) per elaborare strategie e raggiungere obiettivi specifici di business. Il Web Marketing, invece, è una sezione del Digital Marketing, uno spaccato che include al strategie e strumenti che utilizzano i canali Web (escludendo in questo modo tutta una serie di scelte strategiche e operative che prevedono l’utilizzo di altri canali digitali, come ad esempio le mobile app).
Come dicevo prima, la differenza è sottile, ma sostanziale.
Digital Marketing e Web Marketing rappresentano due nomi che individuano due aree distinte, ma in un certo modo convergenti e che proprio per questa ragione vengono confuse da molti. Questa confusione riguarda soprattutto nel mercato italiano, dove l’utilizzo della seconda denominazione è molto più diffuso.
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Se andiamo a guardare i dati relativi all’utilizzo delle Keywords specifiche, forniti da Google Trends, notiamo alcuni aspetti interessanti.
Differenza tra Digital Marketing e Web Marketing su Google Trends
Il grafico che confronta l’utilizzo della keyword “Digital Marketing” rispetto la keyword “Web Marketing” nel Mondo, negli ultimi 5 anni, mostra una chiara prevalenza dell’utilizzo della prima (barra blu) rispetto alla seconda (barra rossa).
Non solo la query di ricerca è poco diffusa, ma il suo utilizzo appare addirittura globalmente in forte calo. Tracciati simili a quello riportato nella figura in alto si possono osservare anche effettuando ricerche comparate in diversi Paesi europei, come Francia, Germania e Regno Unito.
Basta guardare la mappa fornita da Google Trends a corredo del confronto sull’utilizzo dei due termini di ricerca.
Come si può facilmente osservare, la parte predominante della mappa è quella contrassegnata dal colore blu, che indica l’utilizzo del termine “Digital Marketing”. Le zone rosse – quelle che si riferiscono al “Web Marketing” – sono, invece, in netta minoranza e tra i Paesi spicca l’Italia.
In Italia, infatti, pare esserci una netta preferenza dell’uso della dicitura Web Marketing, anche come sinonimo dell’altra più ampia denominazione.
Il grafico riportato sopra mette in evidenza che, per quanto le due curve mostrino un andamento similare, con picchi positivi e negativi abbastanza uniformi, in Italia c’è un predominio schiacciante dell’utilizzo della parola chiave “Web Marketing”.
La prassi è così diffusa che anche su Wikipedia, nella traduzione italiana della voce Digital Marketing viene riportata la denominazione Web Marketing, quasi come a significare che nel nostro Paese il primo termine non è proprio contemplato.
A mio avviso, questa differenza terminologica rivela una sostanziale arretratezza dell’Italia rispetto al resto d’Europa e agli Stati Uniti, dove invece la disciplina è più radicata e dove le aziende e i professionisti sono maggiormente consapevoli delle potenzialità intrinseche degli strumenti messi a disposizione delle tecniche e dalle strategie di Digital Marketing.
Divario digitale e cultura d’impresa
Il nostro Paese soffre ancora di un fortissimo divario digitale, sia interno che, soprattutto, esterno. Il primo, riguarda le differenze che esistono a livello di accesso alle tecnologie digitali tra Nord, Centro e Sud Italia e che portama una sostanziale arretratezza sia a livello di cultura d’impresa, sia a livello di performance di business (e dunque di fatturato); il secondo divario, invece ha a che vedere con le profonde differenze che sussistono tra imprese italiane e imprese estere e che pone il nostro Paese in coda alla maggior parte delle statistiche inerenti i cosiddetti Paesi più industrializzati.
Le aziende Italiane, mancano spesso di una solida cultura d’impresa. Questo porta con sé una notevole mancanza di intuizione riguardo alle molteplici possibilità di sviluppo di business oggi disponibili.
Il problema, però è tutto sulle spalle dei professionisti, i quali devono riuscire a formare e, in un certo senso, educare i propri clienti per riuscire a fare comprendere loro il valore dei servizi erogati.
Troppo spesso, mi è capitato di sentire alcuni colleghi marketers lamentarsi degli imprenditori e della loro ignoranza relativamente alle tecnologie digitali e al marketing applicato ad esse.
Io trovo che certe lamentele siano sterili e non portino un reale valore al nostro mestiere né al cliente.
La soluzione è investire in formazione e veicolare le informazioni corrette per accrescere le cultura d’impresa dei clienti potenziali o attuali.
Rimanere al passo coi tempi e investire in formazione
Il modello di sviluppo imprenditoriale e industriale italiano è per lo più incentrato sulla gestione familiare e sulla sostanziale coincidenza tra proprietà e controllo. Questo modello è stato uno dei pilastri su cui si è formato il cosiddetto Miracolo Italiano e ha dato solidità a un sistema che – dopo il 1945 – a malapena riusciva a mantenersi sulle proprie gambe.
Oggi, la gestione familiare ha in parte danneggiato il sistema, perché talvolta nessuno possiede le competenze per gestire l’attività, portando al declinono alcune realtà imprenditoriali storiche italiane.
Le aziende devono aprirsi alle novità ed esplorare le nuove frontiere del digitale, per restare al passo con i tempi e non farsi divorare dall’amico coerenza spietata che viene dall’esterno.
Le minacce più rilevanti, infatti, vengono dalle economie emergenti, che hanno saltato gli step intermediate e stanno investendo tutto nelle nuove tecnologie e nella digitalizzazione.
Rivolgersi a un professionista è fondamentale per riuscire ad affrontare le sfide che la contemporaneità impone, così come è importantissimo accedere a sistemi di formazione professionale di alto livello che possa contribuire a incrementare le competenze sia dei manager che degli impiegati.
Creare valore. Questa è la parola d’ordine.
Concludendo
Quello che emerge immediatamente da questo articolo è la differenza tra Digital Marketing e Web Marketing, si tratta di aspetto diverso della stessa disciplina: il Marketing.
Mentre il termine digital accoglie al suo interno diverse sfaccettature che rendono più ampio il numero di canali e strumenti utilizzati per elaborare strategie e attività, il termine web è più ristretto è meno duttile.
Inoltre, abbiamo visto che a livello globale è di gran lunga più in uso la dicitura “Digital Marketing”. Questo fatto pone l’Italia in una posizione che mette in evidenza la sua arretratezza, sia sul piano della conoscenza della disciplina sia per quanto concerne la cultura d’impresa.
E tu? Cosa ne pensi? Qual è la tua opinione? Tra Digital e Web Marketing quale denominazione utilizzi normalmente?